Chi è un whistleblower?
Il termine “whistleblower” (“colui che soffia il fischietto”) nasce nel 1800 e si sviluppa in modo figurativo nel linguaggio sportivo americano per poi indicare chi rivela un segreto o agisce da delatore e quindi chi attira l’attenzione delle autorità competenti su illeciti o irregolarità. A partire dagli anni ’60, la figura e il ruolo dei whistleblower assumono un’importanza cruciale per le organizzazioni del mondo anglosassone: non più delatori, ma preziosi collaboratori che contribuiscono a mantenere buone prassi operative e, di conseguenza, la solidità commerciale e reputazionale dell’azienda o della funzione pubblica.
La lingua italiana non dispone di un termine semanticamente equivalente, pertanto, oltre a ricorrere all’anglismo, si utilizzano vari traducenti: informatore, denunciatore/denunciante o segnalatore/segnalante. La sostanza rimane comunque invariata: il whistleblower ha un’importanza crescente nel panorama aziendale, istituzionale e normativo in Italia come in tutto il mondo e merita di essere tutelato al meglio dall’ordinamento affinché non venga esposto a ritorsioni o vessazioni a seguito del proprio atto di coraggio.
Con la Direttiva (Ue) 2019/1937 del 23 ottobre 2019, l’Unione europea ha inteso uniformare le normative nazionali in materia di whistleblowing, ampliando allo stesso tempo l’ambito delle attività che godono di protezione. Condizione fondamentale della Direttiva è l’istituzione da parte di tutte le imprese del settore pubblico e privato con oltre 50 dipendenti di canali di segnalazione formali a favore del personale e degli altri soggetti terzi connessi, nonché l’obbligo di dare riscontro e risposta a tali denunce entro tre mesi. Le aziende con oltre 250 dipendenti avrebbero dovuto conformarsi a questa legislazione entro il 2021, mentre per quelle con un numero di dipendenti tra i 50 e i 249 l’obbligo sarebbe scattato entro la fine del 2023. La scadenza per recepire la Direttiva europea sul whistleblowing era stata fissata per il 17 dicembre 2021; tuttavia l’Italia ha mancato di rispettarla, pur avendo approvato una legge delega che autorizzava il governo ad avviare il processo nell’aprile 2021.
Dopo una lunga inerzia, nella seduta del 2 agosto 2022 la Camera dei
deputati ha finalmente approvato in via definitiva il Disegno di legge recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2021”, comprendente la Direttiva 2019/1937 in materia di “Protezione degli individui che segnalano violazioni delle norme comunitarie”. A seguito della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 26 agosto 2022, la Legge è entrata in vigore il 10 settembre scorso, data dalla quale decorrono i 3 mesi di termine per adempiere alla delega e dare attuazione alla Direttiva sul whistleblowing. Con l’insediamento del nuovo governo, ci si auspica di vedere un’accelerazione nell’iter di recepimento della legge italiana e, infine, l’ingresso dell’obbligo per le imprese con oltre 50 dipendenti di adeguarsi alla normativa sul whistleblowing.